Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualche cosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una specie di prigione.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione
attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione,
sino ad includervi tutte le creature viventi e l’intera natura, nella sua bellezza”. Albert Einstein
Lo Yoga è una scienza antichissima che si è
sviluppata in India nel corso dei millenni. Nacque con l’intento di ricondurre
l’uomo alla corretta percezione della Realtà riportandolo a contatto con sé
stesso, conducendolo, passo dopo passo, alla scoperta del suo autentico
retaggio spirituale. Questo processo, sostenuto da esperienze dirette e non da
postulati mentali, aiuta a scoprire lo Yoga non attraverso la semplice
speculazione ma attraverso la vita stessa. La filosofia su cui si basa è quella
direttamente percepita dai saggi, rishi,
che la trasmisero a loro volta oralmente.
Il primo
uomo sulla Terra tentò di comprendere “chi” fosse e verso “che cosa” procedesse
si affidò agli strumenti che aveva a propria disposizione per indagare sulla
sua natura. Il primo è di sicuro la Natura, non intesa solo come percezione
sensoriale ma come Natura intrinseca. Con questo termine ci riferiamo non solo
agli animali, ai vegetali e ai minerali, che studiò ed imitò, ma anche alle
stelle, al cielo e ai fenomeni che in essi poteva osservare. L’altro strumento,
a cui era ancora più vicino, non poteva essere che sé stesso.
Affinando
le sue capacità intuitive e di osservazione, fu in grado di vedere al di là di
ciò che appariva e di penetrare i segreti della propria Reale Natura. Le
“metodologie introspettive” che raffinò sempre di più lo portarono a valutare
campi in apparenza diversi, ma tutti legati ad un unico substrato.Il suono immediatamente dopo è quello espresso del simbolo “g” che viene considerato un suono femminile - ad esempio Gea, la dea greca della Terra - al quale fa riferimento la procreazione. L’ultimo segno è la “a” che deriva dal simbolo “alfa” che ha un valore intrinseco di virilità.
Nella discesa dentro si sé e nel cuore della Natura,
colui che pratica yoga ha dei mezzi a sua disposizione, degli strumenti
attraverso i quali l’individuo sperimenta, mette in discussione, ricerca a
partire dalla valutazione di ciò che percepisce nella pratica. Il modo in cui agisce lo yoga è descritto nell’immagine che
ci è stata tramandata, in cui abbiamo un carro trasportato da cavalli e da un
conducente che giuda il carro con qualcuno al suo fianco. Ebbene, il carro
rappresenta il corpo materiale, i cavalli i sensi e i mezzi d’azione, il
conducente le facoltà mentali, la figura che gli è posta accanto è l’io; il
dominio di tutto questo è yoga.
Possiamo così comprendere che lo yoga non è una
religione ma una “disciplina” fondata sulla sperimentazione diretta e
sull’osservazione delle interazioni tra corpo, mente, facoltà mentali, sensi
e mezzi d’azione dei sensi.
Le considerazioni che la pratica produce
attraversano il corpo, la mente e le emozioni dell’essere umano invitano a
sviluppare un atteggiamento consapevole nei confronti delle dinamiche che li
caratterizzano e che li condizionano.
Questa antichissima scienza contiene nelle sue
pratiche le conquiste filosofico - scientifiche dell’uomo; negli esercizi
appare evidente che il praticante disciplina il suo corpo, acquieta la mente per
osservare che cosa si cela dietro tutto questo.
Gli yogi scoprirono attraverso la pratica costante e
minuziosa che la Vita si manifesta a vari livelli, da quelli più grossolani e
materiali fino a quelli più sottili e impalpabili. Essi giunsero alla conclusione
che tutta l’esperienza in questo piano di evoluzione è per lo più di conoscenza
ed apprendimento di quell’infinita Consapevolezza che deve essere realizzata
per essere.
Ma
quale è la relazione tra il corpo e lo yoga? La relazione sta nel riscoprire
non tanto il tempo come “sequenza lineare di istanti“ ma come rappresentazione
dei cicli della natura. Il tempo nello Yoga è un’esperienza, un ritmo, una
frequenza. I ritmi regolano le infinite attività dell’organismo dal punto di
vista fisico ed energetico; nel praticare ci si rende conto della validità di
questa conoscenza interiore: i cicli. L’alternanza del giorno e della notte
corrisponde a momenti di intensa attività seguiti da momenti di completo
riposo. Collegarsi a questi ritmi significa “reintegrarsi”, “riunirsi” alla
Natura.
In particolare si possono identificare tre momenti
diversi relativi ai cicli: creazione, mantenimento/trasformazione e
distruzione. Nella tradizione indiana questi tre stadi cosmici sono correlati a
tre divinità distinte. Anche nell’Ayurveda – la scienza della vita - le tre
fasi sono descritte da tre energie o dathu:
vata o catabolismo, pitta o metabolismo e kapha o anabolismo.
Lo Hatha Yoga, per esempio, parte dagli
aspetti più tangibili dell’essere come il corpo, per muoversi verso quelli più
sottili quali il respiro e le facoltà psichiche utilizzandole come strumenti
per collegarsi al flusso della Vita per sperimentarne i ritmi e le alternanze.
Il corpo viene studiato attraverso le Asanas
(posizioni corporee), il Pranayama,
ponte tra uomo e forze cosmiche, la studio della mente che contempla tecniche
di concentrazione, di meditazione e dal rilassamento o Nidra.
A Sansepolcro (Arezzo) corsi di pratica yoga e corsi di formazione Insegnanti presso:
asd Raziel
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asd Raziel
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